La Giornata Mondiale della Salute Mentale rappresenta un’importante opportunità di scambio tra professionisti, istituzioni e cittadinanza su temi sempre più attuali quali la promozione del benessere psicologico, il contrasto dello stigma e dei pregiudizi, la prevenzione e la tempestività degli interventi e l’accessibilità ai servizi offerti dal territorio rivolti a utenti con disagio mentale.
Alla luce dei dati raccolti durante ed in seguito al periodo pandemico, questo dibattito assume oggi un’importanza ancora maggiore; dall’inizio dell’emergenza COVID-19, infatti, si è registrato un aumento di tutti gli indici di disagio mentale, soprattutto all’interno di specifici gruppi sociali quali giovani ed adolescenti.
Agli incontri sul tema, organizzati dall’ASL, Comune, Città Metropolitana e Università di Bologna, sarà presente anche la
Cooperativa Sociale Società Dolce , la quale, con un’esperienza di oltre trent’anni nell’ambito della salute mentale, si impegna a contrastare il disagio psichico mettendo a disposizione professionisti in grado di comprendere ed intervenire in tali contesti. Attraverso un lavoro di prossimità sempre più capillare e percorsi capaci di inserirsi nei contesti di vita, di studio e di lavoro dell’utenza, gli educatori di
Spazio Rondine, co-progettano e co-realizzano interventi individuali, attività di gruppo e progetti di comunità rivolti a utenti in carico ai Centri di Salute Mentale e alle Unità Operative di Neuropsichiatria Infantile dell’Area Metropolitana di Bologna.
Al fine di favorire un lavoro di rete ed una presa in carico a tutto campo in questi percorsi vengono coinvolti, oltre all’utente e al privato sociale, anche il Dipartimento di Salute Mentale, la rete di Associazioni di Volontariato e Promozione Sociale, volontari, familiari e cittadini.
A seconda delle caratteristiche e dei bisogni espressi dagli utenti – autentici protagonisti dell’intervento – questi percorsi vengono dunque orientati, in un’ottica di recovery, all’acquisizione o riacquisizione di autonomie e competenze, al reinserimento dell’individuo nel tessuto sociale di appartenenza tramite esplorazione del territorio e delle risorse/servizi da questo offerti, nonché al favorire lo sviluppo di relazioni interpersonali più funzionali e soddisfacenti.
I risultati ottenuti, tuttavia, possono consolidarsi soltanto se supportati e avvalorati da una cornice sociale e istituzionale solida ed autenticamente orientata alla tutela dei diritti e della dignità delle persone con disagio psichico. Per tale motivo resta indispensabile una profonda riflessione sulle pratiche attuali e la partecipazione attiva di tutte le realtà coinvolte a tali tavoli di confronto.
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